Pagine

venerdì 11 luglio 2008

Impronte digitali dei Rom, per il Parlamento europeo è discriminazione


Dal sito Maggioli:


Raccogliere le impronte digitali dei Rom costituisce un atto di discriminazione. Con 336 voti favorevoli, 220 contrari e 77 astensioni il Parlamento europeo ha approvato ieri una risoluzione sostenuta dai gruppi PSE, ALDE, Verdi/ALE e GUE/NGL che esorta le autorità italiane ad astenersi dal procedere alla raccolta delle impronte digitali dei Rom, inclusi i minori, e dall’utilizzare le impronte già raccolte in quanto ciò costituirebbe un atto di discriminazione fondato sulla razza e l’origine etnica, vietato dall’articolo 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Tale procedura di identificazione risulterebbe contraria alla direttiva 2000/43/CE e a quanto stabilito dallo stesso trattato istitutivo della Comunità europea e condurrebbe alla criminalizzazione anche dei bambini Rom. Il Parlamento di Strasburgo invita, pertanto, la Commissione a valutare approfonditamente le misure legislative ed esecutive adottate da governo italiano per verificarne la compatibilità con i trattati e il diritto dell’Unione europea. L’Europarlamento esprime particolare preoccupazione per l’affermazione contenuta nei decreti amministrativi e nelle ordinanze del governo italiano secondo cui la presenza di campi Rom attorno alle grandi città costiuisce una grave emergenza sociale, fatto che giustificherebbe la dichiarazione dello stato di emergenza per un anno. Ciò permetterebbe ai Prefetti, cui è stata delegata l’esecuzione di tutte le misure, di adottare misure straordinarie in deroga alle leggi, in base ad una legge sulla protezione civile che si applica in caso di “calamità naturali, catastrofi o altri eventi” non adeguata a questo caso specifico. Importante, invece, secondo gli eurodeputati, lo sviluppo di strategie a livello europeo e nazionale a favore dell’integrazione dei Rom, che sfruttino pienamente le opportunità offerte dai fondi dell’Unione europea e che siano finalizzate al miglioramento dell’accesso all’istruzione, al mercato del lavoro, all’assistenza sanitaria e agli alloggi. In seguito a contatti con il governo italiano, il Commissario alla giustizia Barrot ha spiegato all’Aula, prima di procedere al voto, che l’Italia intende raccogliere le impronte solo nel caso in cui non sia possibile stabilire l’identità delle persone e, per quanto riguarda i bambini, si procederebbe in tal senso solo con l’autorizzazione di un giudice. Saranno inoltre depennate dal censimento le richieste di indicare l’etnia e la religione. Alla luce di questa dichiarazione, Manfred Weber (PPE/DE, DE) e Roberta Angelilli (UEN, IT) hanno proposto di rinviare la votazione. Martin Schulz (PSE, DE) si è opposto, asserendo che il governo italiano aveva fornito informazioni parziali. La richiesta di rinvio è stata respinta dall’Aula con 293 voti favorevoli e 316 contrari. Bocciato anche un emendamento proposto dalla Angelilli e da Mario Borghezio (UEN, IT), che invitava l’Italia “a continuare il suo impegno per affrontare l’emergenza sociale e umanitaria e per assicurare il ripristino delle condizioni di legalità, sostenendo politiche per la lotta al lavoro nero minorile, allo sfruttamento dei minori e della prostituzione”.
(fonte: lagazzettadeglientilocali.it)

Nessun commento: